martedì 30 giugno 2009

colore sbiadito

La stanza è di medie dimensioni, ma ben curata. La luce filtra poco e la lampadina, che dovrebbe essere il centro dell’attenzione di un lampadario mancante, è accesa. Due ventilatori girevoli sparati al massimo creano una brezza piacevole, anche perché discontinua, a meno che uno non decida di assecondare il movimento del ventilatore, facendo tre passi in su e tre in giù. Ma quando i ventilatori sono due ed il loro fuoco è incrociato, allora è meglio evitare figuracce e aspettare il vento costruito fermo sul posto.
Il colore alle pareti è chiaro, e tende al giallo, probabilmente per enfatizzare la luce artificiale. Finestre nessuna. La stanza è in realtà un piccolo soggiorno, trasformata temporaneamente in camera da letto. Così, su alcuni tavolini in legno e vetro poggiano dei cuscini; la camicia da notte è piegata sul divano e di fronte a quello stesso divano, un letto da una piazza e mezza. Alcune tigri in peluche osservano dalla loro posizione privilegiata la scena, e sembrano un po’ infastidite dal momentaneo contrattempo. Su una parete, un quadro. Una bambina con due fiocchetti azzurri tra i suoi capelli a caschetto, gli occhi grigio-verdi. Piange, mentre guarda una bandiera della Palestina.
Accanto al letto, i trentatré grani di un rosario in legno gigante, una Madonna con bambino e qualche foto. Dei fiori rossi in un vaso, su un mobiletto. Sembrano finti in realtà, troppo rossi, troppo perfetti. Dietro, altre foto. Yasser Arafat e Hassan Nasrallah, che si guardano e si sorridono. Paradossi medio orientali.
Le urla sibilate, quasi timide, si diffondono un po’ dappertutto. Se si avesse il tempo di ascoltarle bene, probabilmente entrerebbero nelle ossa, probabilmente trasformerebbero la pelle in brivido. Un urlo se viene estrapolato dal contesto, è solo un rumore, più o meno forte. Se ad un urlo invece associ uno sguardo, degli odori, del sudore, allora non è un rumore.
È vita. È resistenza.
Tant Jamìle è sdraiata sul letto, due bende bagnate sui piedi nudi, un asciugamano in testa, agli occhi, le lacrime. E urla. E sembra di ascoltare attraverso questo suo urlo, così debole e sottile, ma anche così intenso e potente, la voce di tutto un popolo. L’operazione è riuscita, ma è ritornata dall’ospedale con alcune infezioni su una gamba. Ma d’altra parte se vinci decine e decine di punti sulla coscia per ricostruire il tuo femore rotto in una banale caduta, non hai diritto a lamentarti, se nel frattempo accadono alcuni imprevisti. Ma per Tant Jamìle, gli imprevisti saranno sempre più spesso quotidianità. Il suo passo lento ma sicuro, sarà una sedia a rotelle, o un walker, se le andrà bene. Il suo prendere l’iniziativa, sarà un per favore. Forse nelle sue urla l’umiliazione contava più del dolore. Forse le sue lacrime mentre veniva pisciata, lavata, e vestita erano umiliazione. E forse era umiliazione il chiedermi una mano per alzarla, per tenerla mentre le veniva pulito il culo, mentre le venivano disinfettate le piaghe, mentre le veniva tolto il pannolone. Non c’è niente di peggio che conoscere persone umiliate appartenenti ad una società umiliata.
Scopro gli anziani in un campo profughi, nonostante abbia vissuto tutta la mia vita in una zona dove la media di decessi è di due alla settimana, nonostante sia italiano, from Italy, la patria dei vecchi per definizione ormai, battuta solo dal paese dei giapu. E nel campo profughi mi accorgo che il mondo non è solo nord-sud, poveri e ricchi. È anche vecchiaia e giovinezza, salute e malattia.
Ma essere poveri, vecchi e storpi umilia il sangue, e scolorisce il bianco degli occhi, come le troppe centrifughe di una maglietta usata.
Ed in questo bianco sbiadito, non riconosco, e mai riconoscerò giustizia.

Weekend di formazione Cantieri - Silvia, Giordania

Perchè non scrivere due righe sull'intenso weekend di formazione? E allora, eccomi qui!

Diciamo che con questi due giorni ho iniziato a "preparare la mia valigia" dato che ho conosciuto i miei compagni di viaggio, ho ricevuto qualche informazione sulla Giordania e su ciò che andremo a fare (lasciando sempre aperta la porta alle sorprese, altrimenti dove sarebbe il bello?), abbiamo iniziato a buttare giù qualche spunto per l'animazione, abbiamo riflettuto su alcune tematiche legate all'esperienza che vivremo...e...siamo anche sopravvissuti al caldo estivo (solo un piccolo assaggio rispetto al caldo Giordano immagino)!!!

E ora...la voglia di partire aumenta ogni giorno di più!

Silvia T

Cantiere della Solidarietà Giordania 2009

domenica 28 giugno 2009

di Don Paolo Farinella

Cari tutti, credo che sia importante dedicare qualche minuto alla lettura di questa lettera scritta da Don Paolo Farinella al Card. Angelo Bagnasco di Genova.
Buona lettura!

Egregio sig. Cardinale, viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E' il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città. Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.
Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di "frequentare minorenni", dichiara che deve essere trattato "come un malato", lo descrive come il "drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio". Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell'omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull'inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale. Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la "verità" che è la nuda "realtà". Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell'Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi "principi non negoziabili" e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono "per tutti", cioè per nessuno. Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. Non date forse un'assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi "parlate per tutti"? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l'immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E' forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l'attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell'inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo. I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con "modelli televisivi" ignobili, rissosi e immorali. Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l'altro 50% sotto l'influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d'interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa? Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita "dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale"? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall'eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l'etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant'Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché "anche l'imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa". Voi onorate un vitello d'oro. Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da "mammona iniquitatis", si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d'oro? Quando il vostro silenzio non regge l'evidenza dell'ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: "troncare, sopire ... sopire, troncare". Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? "Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo ... si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest'urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti... A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire" (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una "bagatella" per il cui perdono bastano "cinque Pater, Ave e Gloria"? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: "Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix" (La Stampa, 8-5-2009). Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l'integerrimo sant'Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell'imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: "Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro" (Ilario di Poitiers, Contro l'imperatore Costanzo 5). Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei "per interessi superiori", lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile. Lei ha parlato di "emergenza educativa" che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei "modelli negativi della tv". Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del "velinismo" o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull'altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l'Italia. Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all'Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: "Non licet"? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro "tacere" porta fortuna. In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti. Genova 31 maggio 2009 Paolo Farinella, prete

sabato 27 giugno 2009

Senza "campagna" elettorale








Mi ritrovo in Libano dopo un breve soggiorno italiano, che dire, non va, non va proprio. Mi sento persa, non ho più punti di riferimento. Prima giravo a sinistra dopo il cartellone "sois belle et vote". Seguivo dritto seguendo le immagini di "forza", un po' troppa, e a destra si andava per un "sois egale et vote". Ora non vedo più i faccioni delle supergnocche che mi dicono di essere bella intelligente e quindi mi invitano a votare per il 14 o l'8 marzo. Con un po' di sollievo poiché il mio femminismo poco femminista stava iniziando a trovarsi a disagio. Mancano, inoltre, i faccioni degli uomini politici sorridenti per tutti i palazzi del Paese, e come ne abbiamo esperienza, gli uomini politici non sono mai belli e questa peraltro sarebbe la loro mancanza minore. Stranetto anche non vedere più quella che ormai sento come la mia migliore amica, sempre in giro con me a Ashrafie: più piccola di me è la più giovane parlamentare nella storia del Libano. Non credo lo sia perché figlia di un noto giornalista ucciso da un attentato. In Libano - come in Italia - clientelismo, nepotismo, corruzione, non rientrano nel gioco elettorale e lo spazio è dato a tutti solo per meritocrazia. Viva i paesi felici e democratici. Viva il migliore dei mondi possibili.



Il giorno dopo...

Nel frattempo, Nabih Berri per la quinta volta consecutiva è stato eletto Presidente della camera libanese...perché non c'erano altri candidati?! Oggi, nonché sabato 27, Saad Hariri, figlio dello scomparso Rafiq, ha assunto la carica di Primo Ministro quando si sa che non ha la statura del padre, che è interessato più a salire sulla barca di Berlusconi in Sardegna che a grandi manovre politiche. Oh, poveri noi. Concludo con una frase di un amico libanese su Facebook: "Saad el harirreh the new PM, than bugs bunny was REAL after all...".

giovedì 25 giugno 2009

Weekend di formazione Cantieri - Silvia, Giordania

E' stata un'occasione per conoscere i nostri compagni, che non è male visto che dobbiamo convivere per tre settimane, per capire un po' cosa sappiamo fare, come metterci in gioco, ma anche come sono i nostri caratterini. Ho scoperto che anche gli altri ne sapevano quanto me su... praticamente tutto e cioè che non ne sapevamo proprio nulla, per questo abbiamo fatto 100000000000000000000 domande a Benedetta e Sara. Abbiamo scoperto cosa andremo a fare nei dettagli e chi ci sarà ad aspettarci (a parte le blatte che mi sa che non mi saranno simpatiche per niente!). In totale il bilancio è positivo e mi ha fatto venire ancora più voglia di andare!

Silvia M.

Cantiere della Solidarietà Giordania 2009

Weekend di formazione Cantieri - Paola, Perù




Riguardo alla due giorni formativa: sono state due giornate abbastanza intense, ma altrettanto belle e utili. E' stato bello incontrare anche tutti gli altri giovani che vanno in altre parti del mondo e constatare che eravamo tutti lì per un'unico obiettivo.


E' stato poi utile perchè ho conosciuto, a parte Elena, i miei compagni ed è stato importante soprattutto per noi che ci troviamo a partire dall'Italia senza responsabile.... almeno ci conosciamo un pò.


Ci sono state date molte informazioni utili e importanti.


Mi aspettavo solo di fare più lavori di gruppo riguardo alla programmazione degli interventi di animazione che avremmo fatto in Perù.


Comunque ripeto che è stato davvero bello ed entusiasmante, mi ha fatto crescere ancora di più la voglia di partire.


Paola


Cantiere della Solidarietà Perù 2009

Weekend di formazione Cantieri - Alessia, Perù

in quanto al rimando riguardo il week end di formazione, vorrei sottolineare anzitutto l'esperienza bellissima e l'utilità dell'iniziativa.

ringrazio Caritas e personale per l'accoglienza, i pasti e la disponibilità.posso dire che la formazione è stata utile, piacevole e interessante, ho ancora più voglia di partire: conoscere i miei compagni di viaggio e confrontarmi fin da subito con loro è stato davvero interessante e coinvolgente (ormai il soprannome di "Mascotte" non me lo toglie più nessuno, mi sà...=)), incontrare Davide e Don Orazio mi ha fatto davvero piacere e sono rimasta affascinata dalle parole del Don sul Perù, vista la sua cultura e la sua esperienza....insomma...ne rifarei subito un altro di week end così=).

Alessia

Cantiere della Solidarietà Perù 2009

Weekend di formazione Cantieri - Lorenzo, Perù


In merito alla "due giorni" fatta lo scorso fine settimana, l'ho trovata un'iniziativa molto ben organizzata ed importante. Si è avuto modo di conoscere i propri compagni di viaggio, elemento fondamentale per non trovarsi da perfetti sconosciuti il giorno della partenza. Non solo, come Caritas avete saputo dare una visione globale e ci avete comunicato una volta di più lo spirito dei cantieri e attraverso te e don Orazio, c'è stato inoltre il modo di approfondire gli argomenti che ci riguardano da vicino. E' importante partire con un'infarinatura sul cosa e chi si va a trovare. Molto apprezzabile anche la documentazione che ci avete fatto avere tramite i quadernetti. E già che ci sono, vorrei fare i complimenti alla Parrocchia che ci ha ospitato ed a tutto il personale che ci ha fatto passare un ottimo fine settimana.


Lorenzo


Cantiere della Solidarietà Perù 2009

Weekend di formazione Cantieri - Raffaele, Bolivia

Il percorso formativo l'ho trovato interessante e organizzato nei minimi dettagli.

Anche la partecipazione mi è sembrata importante. Niente da segnalare in negativo, forse si potrebbe concentrare tutto in un unico giorno.

Raffaele

Cantiere della Solidarietà Bolivia 2009

Weekend di formazione Cantieri - Fabio, Nicaragua



È mattina presto. Entro in una sala già gremita di persone. Sento delle strane sensazioni.
Nonostante siano delle persone che non ho mai visto prima, non li sento estranei. Siamo tutti diversi, è vero, ma il solo fatto che siamo qui mi fa immaginare, o forse solo sperare, che troverò delle persone che valga la pena conoscere. Persone il cui incontro possa lasciare il segno nella mia esperienza.

Guardo molti volti, cerco di capire chi tra loro potrebbe essere il mio compagno di viaggio. La curiosità è forte, ma sono anche agitato da un sentimento di ansioso timore: il successo o meno del mio viaggio dipenderà anche – o forse soprattutto – da loro, da chi condividerà con me quest’esperienza.

Adesso siamo una manciata d’individui, riusciremo a trasformarci in un gruppo? Saranno in grado i miei compagni di supportarmi nei momenti di difficoltà? Io ne sarò altrettanto capace?
Ognuno dovrà essere a volte guida, nel momento in cui gli altri avranno bisogno di lui, e a volte dovrà accettare di lasciarsi semplicemente guidare dagli altri. Nessuna delle due cose sarà facile.

Non ci sono né eroi né santi, solo dei ragazzi che desiderano conoscere il mondo in cui vivono, forse più di tutto desiderano conoscere se stessi, e mettersi alla prova.
Ma anche scoprire che dietro lingue indecifrabili, pelli diverse e usanze incomprensibili, in fondo abbiamo una provenienza comune, così come comuni sono i nostri destini.

I nostri angeli custodi. I ragazzi in servizio civile. Non delle mamme sempre pronte ad asciugarci il naso, ma dei fari per rendere meno oscuro il nostro percorso. La loro responsabilità è grandissima.
Ma direi che se la cavano egregiamente.
Mi sento proiettato nelle strade della città, gomito a gomito con i passanti nelle strade intasate del centro; vengo catapultato nella calca di un autobus nell’ora di punta o nelle vie sterrate e polverose che ti conducono in periferia. Sono in grado di trasmetterci i suoni, di farci immaginare gli odori, di farci conoscere i volti.
Sono meglio di qualsiasi libro potrei mai leggere.

Fabio

Cantiere della Solidarietà Nicaragua 2009

martedì 23 giugno 2009

Mirella Lopez

...ed anche oggi ad Amman fa un bel caldino!
Saltiamo in macchina io Sara e Jeries in direzione sud a visitare la prigione femminile di
al-Jueyda. E' la seconda volta che ci introduciamo nei ridenti ambienti di questa prigione.

Mirella Lopez ha 24 anni, e da 4 vive nelle celle al femminile. Ha pensato bene di ingerire un quantitativo di cocaina e partirsene dal Perù per portarlo in Giordania. Il fato ha voluto che la seconda volta l'ovetto di cocaina le esplodesse in pancia. La morte non l'ha richiamata a sè, e dopo due interventi è stata imprigionata in quel di Amman.

Mirella Lopez ha degli occhi bellissimi, che attraverso il vetro di separazione tra il mondo "libero" e il mondo "imprigionato", non mollano un attimo i miei.

La cocaina se l'è inghiottita per salvare i suoi da una preannunciata bancarotta. L'investimento fatto dal padre alcuni anni prima, utilizzando i risparmi di una vita, non ha portato i frutti sperati. Gli aguzzini si facevano sempre più vicini. Il suo coraggio l'ha spinta ad imbarcarsi in un'avventura più grande di lei, mossa dalla volontà di aiutare la famiglia a risollevarsi da sorti che non lasciavano presagire nulla di buono.

E' scomparsa nel nulla, la famiglia all' oscuro di tutto!

Dopo tre anni di prigione le hanno permesso di chiamare casa...

Quando siamo insieme, separati dal vetro i nostri mondi si incontrano. Lei mi racconta il suo, io ascolto il suo, lei vede il mio.

Fra due anni sarà nuovamente libera.

lunedì 22 giugno 2009

il viaggio non e' l'emozione..

una canzone dei mercanti di liquore dice cosi'..il viaggio non e` l`emozione di attimi pericolosi..hanno proprio ragione, o forse non lo e' piu`. nl giro di 12 ore sei dall'altra parte dl mondo, parli una lingua diversa, e vedi gente di un altro colore.
nel giro di 12 ore ti ritrovi a tifare Kenya per le qualificazioni ai mondiali contro il Mozambico (vittoria per 2 a 1, con gol del nostro Mariga che milita nel Parma!), ti ritrovi a tifare Sud Africa contro la Spagna e vedi la tua Nazionale senza la telecronaca di Marco Civoli, ma in un inglese distante..
insomma con l'aereo non gusti piu' il viaggio, non vedi piu' i cambiamenti fuori dal finestrino di colori, paesaggi, ma senti solo l'aria condizionata di un posto come un altro..

la prossima volta potremmo viaggiare in treno??

sabato 20 giugno 2009

Che felicità!



Dopo tre giorni di attesa....finalmente sono arrivate all'aeroporto di Managua......sono loro, sono le mitiche 12 bandiere!

Non ci sono stati pesi di piombo che abbiano impedito l'arrivo a destinazione.....

un GRAZIE SPECIALE a tutte le persone che hanno collaborato alla loro realizzazione.

a presto le prime immagini di lanci... nell'aria di Nueva Vida.

lunedì 15 giugno 2009

Di solito se lo mangiano....

....bello sapere che qualcuno provi a proteggerli!

http://www.repubblica.it/2006/12/gallerie/ambiente/armadillo-baby/1.html

Rientro Giugno....

Non ci vogliono tante parole, davvero...

Grazie, grazie a tutti.....è stato proprio bello rivedervi ed aggiungere un pezzetto in più di condivisione 'live' con voi!!!

Vi abbraccio forte!
Buon rientro a tutti!

domenica 7 giugno 2009

elezioni

Potrei parlare di quelle MIE, quelle in cui dovrei credere, quelle per cui ho votato: per il parlamento europeo, per le provinciali e comunali. Tra l'altro non sono più sotto Milano ma ormai Barlassina è in provincia di Monza. Già.

Eppure il mio cuore, la mia mente, la mia partecipazione, la mia angoscia, il mio futuro è dentro le elezioni che si sono tenute oggi in Libano e che vedono contrapporsi le forze del 14 marzo e quelle dell'8 marzo. Da un lato quindi la coalizione filo-occidentale composta in maggioranza dai sunniti che fanno capo a Saad Hariri (figlio dell'ex Primo Ministro Rafic Hariri) e dai cristiani di Gemayel e Geagea (più altri gruppi minoritari o indipendenti). Dall'altro lato la coalizione composta da Hezbollah, Amal, e la Corrente patriottica libera del Generale cristiano Michel Aoun. Una sfida questa che determinerà in buona parte i futuri assetti del Paese e della regione mediorientale tout court. Incollata a internet, essendo ormai in Italia, mi ritrovo emozionata. In quale Paese ritornerò? Come si svilupperà l'illusione democratica in Libano?

L'eccitazione per un Paese in cui tutto è da definire ancora. La delusione per un Paese, il mio, che vedo decadere.

Affluenza record in Libano e apparentemente nessuno scontro anche se questi mesi mi hanno segnato che qualora avvengano delle bagarre anche piuttosto gravi non sono registrate dai media per non fomentare altre violenze a catena. Sembra che in Italia abbia votato solo il 57,7 %.

200 osservatori internazionali hanno monitorato le elezioni in Libano. I miei occhi non sono ufficiali ma aspettano la notizia. Sembra che potremo sapere a mezzanotte i risultati ufficiali.

Per chiudere questo primo post del ritorno vorrei fare un flash back al mio primo post in assoluto. Si parlava di una pantegana trovata in casa il secondo giorno di vita libanese. Per far capire quanto i due Paesi (Italia e Libano) siano simili, oggi, secondo giorno di presenza in brianz,a ho visto due bei topoloni giganti fuori casa mia. E tutto il mondo è Paese...

giovedì 4 giugno 2009

Wanted






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Noi libanesi lo ricordiamo così, una delle ultime volte che lo abbiamo visto. Per chi avessi informazioni vi preghiamo di mandarci una mail.

Non avere paura, Alberto, noi siamo pronti per riabbracciarti lunedì.