giovedì 26 febbraio 2009

Muro di Comunicazione

www.sendamessage.nl

...quando si va oltre la separazione e ci s'incontra nella comunicazione.
Ramallah, 620 km di muro di separazione. Un gruppo di ragazzi palestinesi sostenuti da alcune ONG internazionali, hanno dato il via a questa iniziativa.
Prima pagina del Jordan Time di oggi, vi allego il link e vi abbraccio

martedì 24 febbraio 2009

La partita a calcio del sabato pomeriggio....


"Aiahahhahahiiiii!! Che male alla sera togliersi le scarpe da ginnastica e accorgersi di avere il polliccione tutto nero!! Che è successo???
Ah si, è vero. Oggi ho giocato tutto il giorno a calcetto e non mi sono neanche accorto di essermi preso una botta o chissà cos'altro al piede......"


Ma perchè avrei dovuto accorgermene?? E' stata una giornata così divertente che era impossibile accorgersi che il mio piede chiedeva pietà.

Le premesse c'erano tutte: campo ghiacciato (si giocava su lastre di ghiaccio e su neve fresca), ragazzi spensierati e frati! E poi la mia squadra era proprio un bel mix: 1 italiano (io), un frate rumeno, un frate spagnolo (che parla peggio di me il rumeno) e due ragazzetti scatenati rumeni. Ci siamo dati appuntamento alle 3.00 del sabato pomeriggio assieme agli altri ragazzi rumeni che compongono l'altra squadra e che fanno parte di un colleggio gestito dai frati.

Ci salutiamo, scambiamo due battute prima di cominciare, segliamo le squadre e poi via. Il frate spagnolo si è presentato con scarponi da montagna per fare aderenza sul ghiaccio, ma è lui il primo a fare un capitombolo sedere a terra!! La palla sguscia via sul ghiaccio appena la tocchi. Ogni tiro è un terno al lotto perchè non saprai mai se finirai col sedere a terra oppure se farai gol! Io che sono alto e magro cado ad ogni occasione. I ragazzetti scatenati invece sembrano che abbiano la colla ai piedi. Il frate rumeno si rivela un campione. Ogni gol fatto è entusiasmante perchè avviene dopo rocambolesche avventure.......Dopo 2 ore circa di gioco non c'è la facciamo più e finalmente torniamo in casa insieme!!

Perchè non fanno vedere le nostre partite di calcetto in tv?
Non saremo dei campioni come Marco Van Basten o come Pelè ma di sicuro oltre al divertimento è stato un bellissimo esempio di aggregazione, di condivisione, di gioco, di comunità....insomma quando lo sport è fatto per bene ne vale proprio la pena di farlo.....anche se poi alla sera ti ritrovi con il polliccione tutto nero!!

venerdì 20 febbraio 2009

Therèse


Si volta. Mi guarda. Anzi, mi squadra. Poi mi rivolge la parola. Un fiume di parole. Incomprensibili, naturalmente. Si chiama Therèse. Urla. Parla sempre, veramente in continuazione.
Mi rivolgo a lei, cercando di spiegarle un po’ a gesti, un po’ perché la prima cosa che ho imparato in arabo è stato “Non parlo arabo!”, che appunto, l’arabo non lo parlo. Niente. La corrente di parole continua. Inondazione. Ci riprovo. Sempre le solite tre parole. “Ana la arab!!” Io non parlo l’arabo!! Anzi, ad essere onesti, significa Io No Arabo, che non è proprio la stessa cosa. Ma nessun effetto. Anzi, effetto contrario. E allora rido. Prima un sorriso, poi un sorriso che piano diventa risata, poi risata che subito diventa figura di merda, come in tutti quei casi in cui ridere in faccia alle persone, e non perché sono simpatiche, significa umiliare, violentare, o anche solo non ascoltare. Ma Therèse è superiore a tutto questo, e se si blocca, e per fortuna si blocca, è per altro. Altri. Perdo d’interesse. La curiosità per lo straniero, che arriva dall’Italia, che non capisce la lingua, è già terminata. Ci rimango male. Sì, lo ammetto. Poi mi rendo conto, che questa curiosità, non è mai iniziata. Che ha fatto con me, la cosa più bella che un uomo possa fare ad un altro uomo. Mi ha riconosciuto. Mi ha accolto. Come se ci fossi sempre stato. Come se mi avesse detto – oggi fa freschino vero? Guarda lascia stare costa tutto un sacco, per non parlare delle mie pastiglie poi mi fa male un braccio non so perché domani forse sento i miei parenti no non vivono qua dovresti saperlo Mireille c’è? –. Cose così. Cose normalissime, di dialogo quotidiano. Cioè, di dialogo quotidiano in un campo profughi palestinesi in Libano.
Non un cenno di stupore.
Mi sono sentito a casa. Mi ha incontrato, e mi ha riconosciuto.
Grazie.
Incontrarsi è riconoscersi.

L'apartheid è finita?

Questo week end sono stato a Mombasa, 4 giorni di vacanza, mare limpido, palme di cocco, spiagge bianche..se non ci fossero state le alghe nel pomeriggio per via dell'alta e bassa marea, sarebbe stato veramente come nelle cartoline o in quelle riviste turistiche.

Eravamo alloggiati in una guest house situata vicino al mare, gestita dai padri Comboniani, così siamo riusciti a fare una specie di turismo sostenibile e responsabile..oltre che per loro anche per noi!

Per accedere alle spiagge bellissime bianche e contornate da palme, bisognava entrare sempre dai cancelli degli hotel privati, questo il duro prezzo da pagare per noi, che non volevamo vedere tutto quello sfarzo e quel lusso tipico di questi lodge sulle coste dell'oceano.
Per tre giorni io e Andrea, uno degli altri compagni di viaggio, tranquillamente entravamo in uno di questi cancelli, salutavamo la guardia, ci chiedeva da che altro hotel venivamo, e senza problemi ci faceva passare per godere di quelle magnifiche spiagge.

L'ultimo giorno ci raggiunge dalla Tanzania un amico keniano, Lenny. Al mattino facciamo la solita strada per andare in spiaggia, salutiamo la guardia (di pelle nera), che ormai ci conosce, ma ad un certo punto chiede a Lenny (che ha la pelle nera): Unaenda wapi?, Dove vai tu?.
E lui risponde: sono con loro, stiamo andando in spiaggia!
La guardia scuote la testa e dice: you can't pass..go back!
Allibiti io e Andrea ci guardiamo..tra l'incredulità, pensavamo scherzasse, ma il viso della guardia non transige..Lenny non poteva entrare.
Dopo qualche minuto di discussione, chiediamo alla guardia se conosce Mandela, Luther King, gente che si è battuta per i diritti umani, e ancora nel 2009, un ragazzo di colore viene discriminato nel suo paese perché NERO! Assurdo!! arrivano di gran carriera due poliziotti in borghese, ci fanno domande..Lenny è con voi?, dove state?, da dove venite?ecc..i poliziotti non ne vogliono sapere, uno di loro tira fuori le manette! Vuole arrestarlo!sempre più allibiti noi cerchiamo di ragionare, ma ci sembra impossibile in questa assurda situazione, cerchiamo di far ragionare i poliziotti, ma non ci ascoltano neanche..Lenny non poteva essere un turista normale nel suo paese come tutti gli altri perché è NERO.
La spiegazione del divieto d'accesso ai neri poi sarà: blacks are the problem..lascio a voi immaginare la nostra reazione..sempre più assurdo!
Evitato l'arresto, torniamo a casa, in silenzio, ognuno con i suoi pensieri in testa: io odiavo i turisti bianchi perché se questo è accaduto è perché i bianchi di questi hotel non vogliono avere nulla a che fare con la gente locale, se non solo per quando ti portano in giro a fare i safari, quando sono camerieri nei ristoranti, o peggio ancora quando soddisfano le voglie sessuali di pensionati o pensionate.
Lenny, ancora una volta, si è messo a piangere..è la quarta volta che viene discriminato nel suo paese per il colore della sua pelle.
Vi lascio questo post, scusate la lunghezza ma ne valeva la pena..capire come funzionano questi posti turistici nei paesi in via di sviluppo, dove la gente locale viene sfruttata e gli italiani sono tutti contenti quando la gente ci dice qualche parola nella nostra lingua..
vi prego di far girare questo post a tutti quelli che vanno in vacanza in villaggi turistici, hotel lussuosi, o addirittura hanno la casa a Malindi, per fare capire come vive la gente locale..
e io paradossalmente indossavo una maglietta..la scritta diceva: un altro mondo è possibile.

mercoledì 18 febbraio 2009

Mezzi di trasporto alternativi



Foto scattata da una nostra collega moldava qualche giorno fa.

Potenza motore: 1 CV. Alimentazione:paglia. Emissioni: zero. Vel.max: 4 km/h

Altro che macchine a energia solare!! Quest uomo è più avanti di tutti!!

(povero cavallo, spero almeno che il conducente abbia gonfiato per bene le ruote della macchina....)

martedì 17 febbraio 2009

Mondo arabo?


Proprio ieri parlando con un amico giordano ho pronunciato una banalissima frase che terminava con "…io che vivo in un paese arabo" (il riferimento era alla Giordania).
Immediato l'irrigidimento del mio interlocutore.
Stupita e imbarazzata per quella che ho capito essere stata una gaffe ho preferito tacere.
Ho capito che l'irrigidimento era dovuto essenzialmente a 2 motivi:
1.L'aggettivo "arabo", soprattutto dall'11.09, evoca irrimediabilmente atmosfere integraliste-terroriste-terzomondiste e può pesare.
2.L'aggettivo "arabo" resta vago e depistante.
Alla gaffe non ho potuto rimediare ma almeno mi ha permesso di riflettere sul senso di "arabo" e su un'espressione oggi molto in voga: "mondo arabo", vaga, onnicomprensiva, sbagliata, forse, non saprei.
So per certo, e lo sa chi come me ha studiato l'arabo, quanta confusione, legittima, susciti l'aggettivo "arabo". «Ah! Studi arabo! Quindi vai in Arabia!». È così logico…
"Mondo arabo" è un concetto creato dal colonialismo francese e, prima del 1830, anno della conquista dell'Algeria da parte dei francesi, non era possibile trovarlo in nessun documento. Ma cosa designa esattamente? E soprattutto, è utile? Proviamo:
1. "Mondo arabo" potrebbe raggruppare tutti i paesi arabi, cioè popolati da arabi. Ma per definizione un arabo è un abitante dell'Arabia. È dunque possibile definire arabo un paese abitato da pochi arabi come il Marocco, l'Algeria, la Tunisia, la Libia, la Mauritania, paesi abitati principalmente da Berberi o da negri?
2. Proviamo allora con una seconda ipotesi, stavolta di tipo religioso: sarebbero arabi tutti quei paesi in cui la religione musulmana è religione di stato o maggioritaria. Ma posso mai definire paesi arabi la Turchia, l'Iran, le Filippine o la Cina? Ipotesi, anche questa, non convincente.
3. Una terza ipotesi definirebbe arabo un paese la cui lingua ufficiale è l'arabo, anche se viene parlata dalla minoranza della popolazione. Ma siccome l'arabo si snoda in decine di dialetti (in realtà vere e proprie lingue con un'identità ben definita) mi pare che nemmeno questa teoria sia granché convincente.
4. Si tratta allora, più in generale, di una cultura comune? Direi di no visto che, solo per fare esempi gastronomici, i miei preferiti, il couscous si trova solo nel Maghreb e nel Nord Africa (oltre ad alcune zone della Sicilia), il menzaf
1 solo in Giordania, la maqluba2 solo in Siria e in Palestina.
5. Inutile prendere in considerazione i fattori climatici poiché i cosiddetti "paesi arabi" sono collocati in continenti diversi.
Allora mi domando se questa espressione a cui tutti noi abbiamo fatto l'orecchio non sia un amalgama nato da ignoranza e approssimazione o il risultato di una strategia politica creata dalla Francia durante il colonialismo.
Cosa rappresenta il "mondo arabo" oggi? Forse si tratta di un insieme di paesi non omogenei tra loro il cui tratto comune più forte starebbe in una reazione più o meno confusa ad ogni forma di "espressione civilizzatrice" proveniente dall'esterno vista come ultima forma di colonialismo. Un insieme di paesi che per reazione a minacce, paure e pregiudizi tenderebbe a chiudersi in sé stesso cercando di estendere all'universo l'universalità del suo messaggio.
Più confusa di prima lascio aperta la questione.

1 Piatto a base di carne di agnello cotta in uno speciale yogurt e servita con del riso, mandorle e pinoli
2 Piatto a base di carne di manzo o di pollo cotta insieme a melanzane o altre verdure (a seconda della zona) e servita insieme a pinoli e mandorle e dello yogurt fresco.

domenica 15 febbraio 2009

Turisti per caso



Eccoci immortalati davanti all'entrata di un bel monastero che si trova in cima a una collina appena fuori la città di Iasi.




Il giro per i monasteri prosegue...ma che fatica...

Animali strani: il Cane Mucca


Ecco il primo post dalla remota Romania. Siamo giunti a Iasi (ridente città rumena a due passi dalla R.Moldova) giovedì e fino a domenica abbiamo fatto un pò i turisti. Gia lunedì cominceremo le visite ai vari centri che lavorano nel sociale che ci sono stati consigliati e quindi la pacchia sarà finita!

Durante un giro nel centro di Iasi ci siamo imbattuti in questa strana creatura che abbiamo battezzato "CANE MUCCA" per via della sua somiglianza ai bovini (come forma fisica) ma avendo un muso da cane!

Febbraio 2009, 12-14.

Febbraio 2009, 12. 10:42. Dubai – Malpensa.

Ma pensa. Una settimana senza scrivere. Ora sono a 2379 km da Milano, in rigorosa linea d’aria. Mancano note sui giorni thailandesi. Alberto dormicchia, in attesa d un bicchiere d’acqua.

In Thailandia... No, in Thailandia no. Adesso che posso non ho voglia d scrivere.


Febbraio 2009, 15. 16:05. Milano.

Hit: Transamerika, Modena City Ramblers.

Alberto, Alex, Almeyda, Johnson, Jolly, Beppe, Cristina, Mosè, Giovanni, Giulia, Giulia, Luca, On, Gianluca, Cecilia, Elia, Eva, Suat, Giovanni, Adriano, Mario, Raffaele, Marco, Matteo, Chiara, Damian, Annalisa, Ileana, John, Jouì, Kevin, Jessica.

Paolo

Nota: gli ultimi 2 post non son stati letti da Alberto.

2009 Febbraio, 7-8


2009 Febbraio, 7. 9:37. Bangkok.

Verso sud. La Thailandia (terra degli uomini liberi) è il Paese di qsto giroasia per cui ero meno preparato. L’aeroporto è grandioso: gigantesche statue di guerrieri thai dalle fattezze belluine ci accolgono dentro armature dorate, per la quiete dei sogni dei bambini. Con noi atterrano un gran numero di russi vacanzieri, i nuovi ricchi. Alla consegna del visto, l’occhietto di una webcam ci registra, e la ragazza, che conosce il suo mestiere, m’invita a non stare così laterale: deve avere un filmato chiaro della mia persona.

Lasciate le valigie in albergo e mangiucchiato un toast triangolare riscaldato in un “24h open shop” London style, accompagniamo Padre Adriano (PIME) nel suo passaggio a Wat Chong Lom, un piccolo (2000 abitanti) slum della capitale, il cui nome deriva dal tempio vicino a cui è sorto, il Tempio del Passaggio del Vento.

Volevo scrivere altro, ma nella macchina in cui mi trovo la conversazione tra Alberto e Gianluca s’è fatta interessante. Lascio qua, riprenderò?

2009 Febbraio, 8. 9:36. Ranong.

Ospiti del camilliano Padre Giovanni, mediante il quale abbiamo intravisto l’aids e la prostituzione in Thailandia. La frase suona ambigua… A Pattaya, dove stiamo recandoci, la realtà urla. Così le statistiche, anche se cifre cacofoniche m’interpellano… L’impossibilità di verificarle in rete m’impedisce di assicurarvene la fondatezza, e quindi sa un po’ di storia attorno al fuoco; però, tantè: il nostro anfitrione parla di 350,000 ragazze che si prostituiscono in un paese che 15 anni fa era piccolissimo. Il resto della popolazione è in gran parte turistica: maschi bianchi maggiorenni, talvolta maggiorenni da mezzo secolo. Benefattori, si considerano. Tutt’al più, commercianti: “Queste ragazze hanno bisogno di soldi, noi abbiamo bisogno di sesso”. Sesso e compagnia, giacchè spesso il 1° giorno di vacanza ci si trova una compagna che affiancherà il pensionato inglese di turno per le 2 settimane seguenti.

Ieri notte abbiamo attraversato selve di industrie private del tutto simili all’ambientazione iniziale di Final Fantasy VII, puntigginate di luci bianke e gialle, con pinnacoli di cemento dalle cime fiammeggianti.

Da quando ci troviamo in Thailandia siamo affiancati da Gianluca, Cecilia e la loro famiglia. Persone, culture, ragionamenti di cooperazione, luoghi, Alberto. Tempo nanoscopico per scrivere. Sguazzo nelle novità.

Auguri Giulia!

"Prendi un sorriso, regalalo a chi non l’ha mai avuto.

Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte.

Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango.

Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto.

Prendi il coraggio, mettilo nell’animo di chi non sa lottare.

Scopri la vita, raccontala a chi non sa capirla.

Prendi la speranza, e vivi nella sua luce.

Prendi la bontà, e donala a chi non sa donare.

Scopri l’amore, e fallo conoscere al mondo."

[M. GANDHI]

(n.d.r., grassetto mio: il tuo sorriso, il tuo essere solare, il tuo coraggio, la tua bontà ecc...)

Auguri Giulia di uno strepitoso compleanno,

da tutti Noi!

sabato 14 febbraio 2009

San Valentino

Il 14 febbraio 2005 veniva ucciso Rafiq Hariri, ex Primo Ministro libanese, in un attentanto nel centro di Beirut in pieno giorno. Questo, il detonatore di tutto quello che ha vissuto il Libano negli ultimi anni: le manifestazioni per l'indipendenza, il ritiro delle truppe siriane, il ritorno di Geagea e Aoun sulla scena politica libanese, il proseguimento di attentati rivolti a uomini politici anti-siriani e giornalisti, la guerra del luglio 2006, Nahr al Bared, la guerra di maggio 2007 ecc...moltissimi eventi. Oggi la strada era bloccata, mille auto questa mattina andavano verso la capitale per le manifestazioni e al ritorno in direzione opposta era impossibile muoversi. Bandiere delle Forze Libanesi, della Corrente del Futuro, partiti cristiani e musulmani (sunniti), tutti appartenenti allo schieramento del 14 Marzo.

...ma non era questo che volevo dire. Martedì 10 febbraio hanno avuto luogo le elezioni israeliane. L'assetto del medioriente dipende da tutte le forze in campo, in Iran, in Israele, in Siria, in Libano, in Palestina. Anno di elezioni, il 2009. E abbiamo cominciato con Israele. Alcuni pensano che massacri e guerre spesso si compiono in funzione delle elezioni...ma noi non vogliamo crederlo, vero? noi vogliamo rimanere ingenui e puri di cuore e lasciare questo cinismo ad altri. Scusate il sarcasmo. Ecco il link per un articolo esaustivo su queste elezioni e la recente e futura politica israeliana.


Il sionismo può giustificare qualsiasi atto di violenza e ingiustizia?

di Gideon Levy
Haaretz, 12 febbraio 2009

La sinistra israeliana è morta nel 2000. Da allora il suo corpo è rimasto insepolto fino a che non è stato redatto il suo certificato di morte, firmato, sigillato e spedito martedì. Il boia del 2000 è stato anche il becchino del 2009: il ministro della difesa Ehud Barak. L'uomo che è riuscito a spargere la bugia riguardo la non esistenza di partner ha raccolto il frutto delle sue malefatte in queste elezioni. Il funerale è stato celebrato due giorni fa. [...]

venerdì 13 febbraio 2009

Venerdìsera

Bambino, armato e disarmato...riascolto una Paola Turci datata 1989. Avevo otto anni e questa canzone ha rappresentato uno dei punti costituenti i due assi cartesiani della mia vita. Le persone che mi conoscono meno – e Facebook è un ottimo catalizzatore per la riesumazione dei “cadaveri” - mi chiedono perché intraprendo questi cammini, che mi isolano e allontanano da una vita normale, per avventurarmi in Paesi esotici. Dove c'è la guerra. O c'è stata o ci sarà. O è solo a una «tot» distanza. Mi ritornano alla memoria i racconti degli altri SCE nell’incontro di dicembre, storie di bambini e di COLLA...Ragazzini corrono sui muri neri di città, sanno tutto dell’amore che si prende e non si dà. Sanno vendere il silenzio e il male la loro poca libertà, Vendono polvere bianca ai nostri anni e alla pietà...

È venerdì sera e ho appena finito di vedere «L'ospite inatteso» di Thomas McCarthy. Hiam Abbass, che nel film interpreta il ruolo della madre di Tarek ragazzo siriano, ha recitato anche, ma non solo (ricordiamo tra i tanti «La sposa siriana»), ne «Il giardino di limoni». L’attrice, arabo-israeliana di origini palestinesi, mi trasmette una sensazione di familiarità: Hiam ha una bellezza naturale e il Suo è uno sguardo profondo che nella mia immaginazione porta con sé l'esodo di un popolo espulso, rifugiato in campi sparsi per il mondo, accolto poco e odiato tanto, come qui in Libano. Un Libano che attribuisce ai palestinesi la sua rovina, fermo e chiuso nel ricordo di due date storiche: gli accordi del Cairo del 1969 che hanno permesso la lotta armata palestinese contro Israele dall’interno del Paese dei Cedri e il 1975 anno di inizio della guerra “civile” caratterizzato da uno scontro libano-palestinese.

Bambini vittime di un sistema nefando; due gli esempi di oggi (anche piuttosto blandi rispetto a quelli di ieri e di domani): un padre che sperpera il suo stipendio per giocare d’azzardo, senza nessuna intenzione di smettere, e che impedisce così a suo figlio, un ragazzino vivace e creativo, di condurre una vita normale. Una ragazza di quindici anni che vuole morire; mi ha mostrato i graffi autoinflitti sulla pancia. Evidentemente non si voleva fare troppo male però...però... Crescerò e sarò un po’ più uomo ancora Un’altra guerra mi cullerà.

Mi dispiace: per noi è comodo, spesso troppo semplice e liberatorio, pronunciare queste parole. «Cosa ne sai tu che sei fuori? Sono io a stare qui dentro. Volevo una vita normale, volevo solo suonare la mia musica», potrebbe obiettare Tarek dal centro di detenzione per clandestini.

Piccole briciole, descritte forse in modo un po’ maldestro, per ricordare coloro che davvero non hanno avuto la possibilità di vivere una vita normale e che sono trattati come reietti o terroristi. Caino, invece, siamo noi che non possiamo/vogliamo capire e che rimaniamo al di là del vetro accusando e disprezzando i nostri fratelli ritenendoli indegni di abitare la nostra stessa terra. E nel momento in cui ‘Tarek’ sarà espulso, magari per una denuncia esposta da un medico, e tornerà nel suo Paese, noi ci dimenticheremo anche del Suo nome.

M'illumino di meno!



Avrei dovuto scriverlo prima questo post ed ora mi pare tardi. ma tardi è meglio di tardissimo.

Il titolo: M'illumino di meno. Istruzioni per l'uso: semplice, semplicissimo come un "click" di un interruttore spento! L'iniziativa promossa da Caterpillar, programma di Radiodue, è volta a sensibilizzare le persone ad impegnarsi in nome del risparmio energetico.

Quando? Oggi.

A che ora? a partire dalle 18 (ora italiana) siamo tutti invitati a spegnere luci e dispositivi elettrici non indispensabili per favorire il calore e il romanticismo di una candela (visto che domani è anche San Valenticchio chi se lo può permettere può iniziare i festeggiamenti da oggi!).

Dove: In-Ogni-Dove. Anche qui in Libano! A questo proposito vorrei segnalare infatti l'iniziativa di COSV, un'ONG milanese che opera in partner con Dpna, la quale ha coinvolto nella proposta la società elettrica libanese con questo risultato: alle 19 locali le luci di alcune vie della città di Saida nonché Sidone saranno spente, verranno accese candele e distribuiti volantini con il "decalogo" della campagna.

E, quanto c'è bisogno di una giornata come questa qui, in Libano, dove il mistero dell'elettricità alternata ai generatori mi risulta ancora come un nodo gordiano.

Il bianconiglio mi ripeterebbe, noioso, è tardi è tardi, ma chissà che non possa ritrovarvi stasera in casa a leggere un libro a lume di candela o a fare una bella chiacchierata in famiglia con tanto di antipasto, primo, secondo, contorno, caffè, ammazza caffè ecc...non tutte le energie vanno risparmiate oggi!!! (i piatti, però, poi vanno lavati a mano e con pochissima acqua perché intanto, come diceva un vecchio marinaio, un po' di unto sulle pentole dà sapore).

Un abbraccio a tutti!

martedì 10 febbraio 2009

Laith profeta della pioggia!

Qualche giorno fa mi sveglio e mi affaccio alla finestra, sole immenso e caldo piacevole.
Mi lavo, vesto, semi colazione e parto per l'ufficio di volontariato Caritas di Amman. Che caldo porca l'oca, assurdo, scirocco che ulula per le strade.
Appena entro in ufficio, Laith, uno dei ragazzi più candidi che io abbia mai conosciuto mi accoglie con sorriso mentre miscela caffè solubile in un mega tazzone.
Marhaban Bene, come stai oggi? Lo sai che tra poco nevicherà? Lo guardo un pò sorpresa, lancio un'occhiata fuori, sole che splende, mille gradi....lo rigurdo perplessa, forse non ho capito, parla pur sempre in arabo, per quanto vuoi ci sta che mi son sbagliata. Laith sei sicuro, cos'hai detto? Che nevica oggi?? Esatto, ho visto le previsioni, oggi nevica, e domani e dopodomani piove a bestia (cfr Romano).
Hahahahah, ma che stai a dì???? (cfr Romanissimo). Non è possibile Laith. La neve scende a 0°, e con cielo neeeero. Hai visto che oggi saranno 23° e c'è il sole....hahahahah, ah Laithh!!!
.... il giorno seguente, cioè ieri, il vento freddo ha incominciato a soffiiiiiaaaaaaaaare, sofffffffffiaaaaaaaare, finchè uscendo da un negozio di cibo mi son ritrovata con la giacca cosparsa di cosine bianche, ma chè davvvvero??? Mezza neve e pioggia ci accompagnano da ieri in quel di Amman. Il profeta aveva ragione, si è solo sbagliato di 24h, ma la predizione era esatta.
Necessitavamo di acqua da queste parti, incominciava veramente ad essere una questione seria. La Giordana non è ricca di riserve idriche, le pioggie invernali sono una mano santa, e quest'anno prorio non volevano concedersi. Siamo tutti felici, ascoltiamo la potenza della pioggia che scende. Il suolo si idrata e con quello anche noi.

Permesso di soggiorno - parte 2

Siamo giunti all'epilogo della nostra esperienza nella richiesta del permesso di soggiorno che ci permette di rimanere nel suolo Moldavo.

Dopo 3 mesi di preparazione documenti, analisi del sangue, certificati HIV e richieste, non siamo riusciti a smuovere la macchina burocratica moldava, che ci ha dato un secco no. Un no, non perchè non vogliono darci il permesso, ma perchè non possono neanche accogliere la nostra richiesta perchè ormai li abbiamo presentati in ritardo. Le abbiamo provate tutte, ma proprio tutte, ma lunedì 9 febbraio abbiamo perso ogni speranza quindi sperariamo che i nostri colleghi moldavi e Elisa riescano a procurarci il permesso.



Questa esperienza di essere straniero in una nazione dove è necessario il permesso di soggiorno è stata veramente arricchente. Mi ha fatto notare aspetti che rimanendo in Italia non avrei mai saputo cogliere osservando o conoscendo un immigrato che avrei potuto vedere nella mia nazione.
Spero che tutto si risolvi e che potremo tornare a breve a raccontare altre entusiasmanti esperienze Moldave.

Lorenzo

...saluto

Ma è possibile che dopo 17 anni di stato vegetativo, finalmente il corpo si spegne ed ancora abbiamo da parlare, facciamo autopsie, gridiamo al reato. Siamo impazziti completamente. Non rispettiamo la vita quando la viviamo, in continuazione pensieri negativi, azioni disattente, giudichiamo, critichiamo, ma che è!?? Ma è possibile avere sempre un'opinione su tutto?
Ed invece che raccoglierci in preghiera ed augurarle un buon viaggio, finalmente libera dalle sofferenze terrene, offrire il nostro sostegno ai familiari che le sono stati accanto per tutto questo tempo, stare umilmente zitti, per una volta, almeno....No.
Credo fortemente nella Vita, credo fortemente nella potenza del silenzio.
Saluto Eluana.
Offro il mio Amore e sostegno alla sua famiglia.

lunedì 9 febbraio 2009

Melodia africana..

E' da un po' che non scrivo sul blog..sono state settimane e giorni intensi..dentro e fuori dal carcere (per lavoro, non preoccupatevi!), le attività in comunità, un po' di giorni da sano turista mzungu..

Settimana scorsa siamo rimasti a dormire in comunità: si sa che la notte fa tanto nelle relazioni, nelle amicizie..iniziano i discorsi da massimi sistemi del mondo, sotto un cielo stellato incredibilmente ricco di stelle..da qualche parte lassù si vede anche la Croce del Sud, anche se non l'abbiamo ancora individuata bene! Però la cosa mi affascina..

andiamo a letto..irene dorme in un'altra stanza da sola..io dormo con i ragazzi..e partono anche qui i discorsi da “camerata”...ad un certo punto Jackson, il romantico del gruppo, mi dice: “Francis!” (è il mio nome inglesizzato, come mi chiamano qui in comunità); io rispondo “Sema!” (“dimmi” in kiswahili)...e mi chiede...”what is love?”....domanda tipica da adolescente, che mette in crisi qualsiasi persona, uomo, donna, giovane, adulto, anziano..infatti lì per lì mi sono impanicato..poi a rispondere mezzo inglese e mezzo kiswahili...ma alla fine la risposta sembra soddisfarlo..cosa ho risposto è segreto professionale!

Il bello è che tutta la chiacchierata è avvenuta con un sottofondo di pianoforte..Ludovico Einaudi ci aiutava ad addormentarci con le sue melodie, tra queste, senza neanche farlo apposta, Melodia africana...


Melodia africana..parte 2


questo week-end sono stato a fare un safari (=viaggio in kiswahili), nel parco dell'Amboseli, al confine con la Tanzania, quello “alle falde del Kilimanjaro!”, per intenderci..per arrivarci abbiamo attraversato chilometri e chilometri di deserto, di nulla, di sabbia, di pietre.

Qua e là qualche villaggio masai, circondati dai caratteristici recinti di rami secchi di acacia. Donne e bambini con taniche di acqua..come dice Kapuscinsky per molte popolazioni l'avvento della plastica è stato rivoluzionario! Non più pesanti contenitori di terracotta, ma leggere e maneggevoli taniche di plastica!

Per tutto il giorno vediamo elefanti, zebre, antilopi, ippopotami, giraffe, gnu, bufali, iene e leoni, e i mitici facoceri, dispersi nell'immensità della savana keniana, all'ombra della mitica cima innevata del Kilimanjaro..

vorrei spendere due parole sui facoceri: questi animali sono chiamati pumbaa, che letteralmente vuol dire “essere stupido”, poiché sono ritenuti gli animali più stupidi della savana, hanno la memoria cortissima..se sono inseguiti da un leone, dopo un po' smettono di correre perché non si ricordano più il motivo per il quale correvano e riprendono bellamente a mangiare..per questo ai bambini si dice: “non fare il pumbaa!”

alla sera ci addormentiamo nella guest house all'interno del parco, affascinante pensare che là fuori ci sono tutti gli animali della savana..a pochi chilometri da noi..ma questa volta la “melodia africana” non è la tastiera di un pianoforte, ma i grugniti dei facoceri, dei pumbaa!!

domenica 8 febbraio 2009

Una serata speciale

T. vive dallo scorso agosto nell’Appartamento Sociale. Il prossimo luglio ne uscirà.

Quando esci dall’aeroporto di Chisinau vieni avvicinato da un gruppetto di taxisti in cerca di una corsa per il centro città.

Quando esci da un aeroporto di una qualsiasi altra città del sud del mondo, vieni assalito da urlanti venditori di corse che cercano invano di alleggerirti il portafoglio triplicando il prezzo perché tanto sei un turista e i soldi non ti mancano.

Quando rispondi che a minuti arriverà un tuo amico a prenderti, il taxista moldavo ti chiede se ti serve un “dopo taxi”.

Qualche giorno dopo, leggendo il quotidiano sull’aereo, ti accorgi che qualcuno nel tuo paese (in minuscolo, per favore) ha pensato di “chiedere”, per legge, ai medici di segnalare il paziente clandestino. Eh sì! Bisogna essere pazienti e sperare che il decreto flussi aumenti il numero di badanti, così hai qualche speranza in più di uscire dal tuo Paese. Bisogna poi essere pazienti e cercare qualcuno che ti assuma anche se non ti conosce. Se riesci a trovarlo, devi sperare, con pazienza, che il bambino che accudisci non diventi mai adulto o che l’anziano che curi sia immortale. Ci vuole tanta pazienza. Ma a un certo punto, quando ormai pensi di aver scoperto di essere una fonte inesauribile di pazienza, perdi il lavoro e ti ammali. Così ti accorgi che essere paziente non è più una virtù, è un reato.

In Ucraina è scoppiata una bombola del gas all’interno di una casa famiglia per minori che dopo pochi giorni avrebbe iniziato ad accogliere i primi bambini. Forse la guerra del gas, quello che arriva nelle nostre case, ha costretto il guardiano a difendersi dal freddo come poteva. La casa ora è un cumulo di macerie e il custode non ce l’ha fatta. In un primo momento gli amici ucraini che disperati ci hanno raccontato la tragedia, hanno lanciato un appello per trovare donatori. Perché a Kiev una sacca di sangue costa 100 $.

T. ha 17 anni e non ha ancora i documenti d’identità. Per lo Stato non esiste. Anche se ha vissuto per molto tempo in un istituto (internat) gestito dallo Stato. Come lei, altri 100.000 minori moldavi hanno uno o entrambe i genitori all’estero, a cercare un lavoro, non a fare le ferie. Quando le chiedi cosa vorrebbe fare da grande ti risponde che non sa neanche cosa farà il giorno dopo. Non riesce a disegnarsi un futuro.

Il progetto “Verso l’indipendenza” non ha la presunzione di salvarle la vita: prova almeno ad offrirle l’occasione di diffidare degli italiani che al taxista chiedono il “dopo taxi”, il dopo lavoro. Quegli stessi italiani che tornando a casa dalle proprie mogli, sull’aereo fanno a gara per raccontarsi la serata speciale appena trascorsa.

Quegli stessi cittadini che domani dovranno dire ad altre T. di fermare l’emorragia con un po’ di cerotti oppure di tornare da clandestini nel proprio Paese.

2009 Febbraio, 04. 23:13. Marawila.




Ultima notte srilankese. Oggi pome c siam quasi riusciti col blog. Ma poi si è spento lo skermo del pc dell’hotel per mai + riaccendersi. Ora aspettiamo la Thailandia.

Alberto in Sri Lanka ha dato il meglio. Ha lanciato una finestra dal suo bagno nel cortile sottostante. COME AL SOLITO PAOLO TULIO PLACITO ESAGERA. LA VERSIONE ORIGINALE VUOLE CHE: NEL TENTATIVO ORDINARIO DI CHIUDERE LA FINESTRA DEL BAGNO LA STESSA SI SIA STACCATA DAGLI APPOSITI SOSTEGNI (CERNIERE) INDI POI COLLASSARE DOPO AVVITAMENTO CARPIATO IN VOLO VERSO IL TERRENO SOTTOSTANTE FINENDO CON UNA PLANATA FORTUNOSA SU UNA IGNARA SIEPE.

Ad un check point, qdo l’allerta sicurezza era ai massimi livelli per l’anniversario dell’indipendenza dai britannici, alla domanda del militare che lo interrogava sul contenuto del suo zainetto ha risposto glaciale: “Una bomba”. IL RESPONSABILE DELLA SICUREZZA CONFERMA LA NECESSITA’ DI TESTARE I LIVELLI DI REAZIONE RAPIDA DELLE FORZE DI SICUREZZA.

Non riskio di sbirrarlo, l’ultima volta che ho detto a DonRoberto che scrivevo sul blog di Caritas, mà risposto: “Scrivi dove vuoi, basta che poi pulisci”.

Lo SriLanka è un Paese paesaggisticamente paradisiaco. Abbiamo visitato progetti in corso d implementazione d Caritas Italiana, coll’operatore Beppe. Abbiamo incontrato un vescovo tennista e 2 direttori caritas. Tra 4 ore mi alzo dal letto che il taxi è qua davanti alle 4 del mattino, x trasferire le nostre membra in aeroporto.

Abbattiamo quindi la complicanza delle frasi. Oggi ho fatto il bagno nell’oceano, cantando contro il sole. Ho finalmente giocato a calcio, con Mosè. Ho visto una casa spaziosa, in pietra, con pozzo in cortile, dal soffitto alto. Ho visto una partitella di cricket.

Qdo in Sri Lanka c’è una cerimonia religiosa (cristiana, indù o buddhista), tutti aiutano a preparare, a prescindere dall’appartenenza religiosa. Uh.



paolo ALBERTO

p.z. la foto è stata ancora scattata nelle Isole Andamane. Non abbiamo scaricato quelle srilankesi.

giovedì 5 febbraio 2009

Nel covo dei pirati

Martedì mattina ero al centro. Pioveva e faceva freddo. Così Daniele ed io insieme ai nostri amici "grandi" eravamo rannicchiati nella sala con la stufetta accesa e le notizie in arabo da sottofondo. Scorrevano le immagini dei preparativi per una nave libanese che avrebbe lasciato il porto di Tripoli per portare aiuti umanitari a Gaza. Sami(r), uno dei pochi anziani che parlucchia inglese, traduceva le parole del cronista. Ho domandato come avrebbe fatto la nave a portare i soccorsi. Acque internazionali. Sfondare il blocco. I medicinali, il cibo, i vestiti e i giocattoli destinati a Gaza tuttavia non sono arrivati. La "Barca della Fratellanza" è stata fermata, sequestrata e scortata verso il porto israeliano di Ashdod. Il portavoce israeliano ha dichiarato che il materiale consegnato alle autorità arriverà nella striscia via terra.

Possiamo solo sperarlo. Fare appello alla comunità internazionale sarebbe inutile come sempre.

Ecco il Link dell'articolo di Claudio Accheri per Osservatorio Iraq:
http://www.osservatorioiraq.it/modules.php?name=News&file=article&sid=7097

p.s= titolo preso dalla canzone di E. Bennato. Molto bella tra l'altro ne consiglio l'ascolto.

Schifo..

Ma questa cazzo d'italia vi piace?
Vi trovate bene?
Come faremo domani a guardare in faccia un ragazzo senegalese, o una donna peruviana, o un barbone?
Ci vergogneremo per quello che sta succedendo? Ci schiferemo, per quello che sta succedendo?
No, domani sarà indifferenza, o paura, o odio.
No, domani quando salirà sul nostro autobus qualcuno col taglio degli occhi diverso dal nostro, qualcuno col vestito più logoro del nostro, più puzzolente, qualcuno che risponde al telefono con parole diverse dalle nostre, il nostro primo pensiero andrà al portafoglio, poi al cellulare, e poi a come costui è entrato in questa italia del cazzo.
No, domani sarà uguale a oggi ed io questa cosa proprio non riesco a mandarla giù.
Domani sarà uguale ad oggi e mi fa proprio schifo schifo schifo il fatto che sia così.
Ci stanno dicendo che una vita umana, vale più di un’altra vita umana, e noi li crediamo.
Ci stanno dicendo che un cazzo di passaporto, è più importante della vita umana, e noi li crediamo.
Ci stanno togliendo pure l’indignazione, e le mie sono parole nel vento...

2009 Febbraio 2.



Febbraio 2009, 2. 6:48. Port Blair.

Aeroporto di Chennai, India. La tv della sala d’attesa mostra il format corrispettivo indiano di “Ballando sotto le stelle”. Come in Etiopia le pubblicità schierano attori dalla pelle chiara. A differenza che in Etiopia, Indiani chiari esistono e appartengono alla casta + alta.

La sala d’attesa d’un aeroporto è un non luogo per eccellenza. Mi sovviene in mente che ho lasciato il dono finale della caritas locale (un vaso di fiori lignei intagliati) in camera. Non carino. Io, non il vaso. Un uomo che millanta di essere stato colpito da un infarto ci passa avanti. Con la moglie. Con le 8 valigie.

La polizia becca nella valigia rosa due accendini che gli agguerriti agenti olandesi, i 13 controlli dell’aeroporto di Addis, i macchinari di Sanà, come quelli di Milano, Dubai e Chennai, non hanno mai scovato. Applausi ad andamani aperte.

In queste isole vengono a vacanzare molti ragazzi dalla stella di Davide, dopo i 3 anni di servizio militare, stropicciati in cerca di un luogo che sia il + lontano possibile dal mondo; paiono statunitensi appena malinconici. Un po’ dentro un po’ fuori, come dice Placito dei threewheels locali: risciò motorizzati senza portiere, api che dribblano goffamente il traffico sfiorandosi e trasportandoti a cm da terreno ed esterno.

Un po’ dentro un po’ fuori anke dal sogno spezzato dalla sveglia trillante del telefonino, malconcio dal sonno rimastomi addosso dopo l’ennesima notte da 5 ore; rotta verso Chennai, rotta verso Colombo, da lì a Chillau. Provincia di Cagliari, in Sri Lanka. Costa occidentale, a metà.

È lecito attendersi qualche osservazione sulla situazione politica del Paese. Per motivi intuibili, purtroppo, non ne posso dare.




2009 Febbraio, 2. 22:22. Marawila Town.

EKKO MI SEMBRAVA DI ESSERE IO ME STESSO AL IN PERSONA ESSERE STATO SEGUITO ANKE IN STO PAESE SRL. E DI FATTI KE MI TOKKA LEGGERE LUI… PLACITO PAOLO IL FRATELLO SIAMESE OMOZIGOTO… DESTINO AVVERSO, INVERSO KONVERSO ED ALQUANTO KONVESSO ESSERE SEGUITO FINO NELL’SRL.

Mai visto un Paese più verde. Hotel suna spiaggia da villaggio turistico d’elite. Pipistrelle con apertura alare da un metro. Parlo di lavoro con Al, a piedi nudi, sul bagnasciuga; 2 cagnolini escono dal mare e corrono verso di noi, giocando. Da dove arrivano? Isole Andacane? E vabbeh. Si torna a dormire, eh? Fino a giovedì non potrò ricevere messaggini. Qto al web boh. Qdi qdo posterò ste righe con ogni probabilità potrò ricevere sms.

Incontrata la giovane comunità italiana d caritas. Una cena in sintonia, che si trova vicino Chillau (la gente srilankese, e non skerzo, si saluta con “Aièèèè”... Sardissimi). Fa bene: loro sono una coppia d genitori veneti con una coppia di bimboli. 2 serviziociviliste ke per ovviare ad un’uguaglianza d nomi si kiamamo x colori. E Luca, ke joca a pallone coi srilankesi e conosce Francesca d Addis. Ho mangiato spaghetti alla bolognese con carne locale, purè, pesce ripieno, carote, pomodori, banana, mousse al cioccolato, ananas, panna montata. Pazzesco che abbia sempre sonno. KOMMENTO. LA SUA DI LUI PAOLO SOSTA AL BAGNOWC E’ STATA PARTICOLARMENTE PROPORZIONALE AL CIBO INGURGITATO.

2009 Febbraio, 01. Port Blair.


2009 Febbraio, 01. 8:03. Port Blair.

Nota per la decodifica: ki scrive in corsivo è Paolo Maria Dell’Oca. Chi digita in STAMPATELLO è Alberto Ugo Minoia.

Ratman & Pisolo. Andaman & Isolo.

SE BECCO STO BENE PLACITO KE SCRIVE STE ROBE…LO ISOLO IO PER FOREVER

- Che la verità si trovi nel non senso?
- Pensiero laterale.
- È un senso unico?
- No, no.
- È un doppio senso?
- In che senso?
- Udito
- E poi?
- Umano
- Oooohhhh. Fallo lateralissimo.
- Batto da dietro la panchina?
- Batti da sopra, arrivi + lontano.
- Si può?
- Puoi?
- Sì.
- Fallo!
- Perché?
- Hai perso tempo.
- Battono loro
- L’oro?
- Sì, all’asta.
- Tanto quella medaglia finisce sempre agli stessi.

MI SEMBRAVA DI AVER KAPITO MA SUL PIU’ BELLO …

Andamannaggia.

I poliziotti andamani mettono gli andamaneschi in andamanette?

SE SCOPRO COSA FUMA

Andamannò, dai.

Andamandato in Asia.

Isolato, isolano, isolante

INSOLENTE E BASTA. STATE TRANQUILLI KE SONO SULLE SUE TRACCE, ORME, IMPRONTE, DNA E PRIMA KE POI LO BEKKO E LO TRASFERISKO IN ANDAMANIA.

2009 Gennaio, 31. Port Blair.


2009 Gennaio, 31. 14:31. Port Blair.

PREMESSA: AOHHHHH BENEPLACITO DO STAI ?

Stamane riprese video VORREI SAPERE CHI LE HA AUTORIZZATE. NON CAPISCO + NULLA un po’ affettate in un laboratorio di affettamento del legno, monitoraggio progetto edile di casette permanenti per gli sfollati dallo tsunami e festa salesiana con pranzo a seguire.

In mattinata presta, Jolly, il nostro autista (un factotum..), ha avuto un incidente: ad un incrocio il suo motorino si è scontrato contro un trattore. Niente di grave.

A Johnson, responsabile Caritas locale, abbiam mandato le fotocopie dei nostri passaporti dall’Italia. Quindi, arrivato, mi chiama (e mi presenta) Paolo Maria. Credo che Maria sia il cognome. Niente di grave.

Dopo Jolly, Alex, Johnson, il nuovo nome andamano di oggi è Almeyda: come l’ex calciatore, come l’ex cane, come l’ex amico d Jack. Ho già scritto troppo? Nota per i 24 amici: sapessi l’indi quanto lo chiamerei per avviare un allarme allerta terroristica nel territorio californiano? Ho lasciato la quarta serie a metà. Grave.

Nota per gli ADF: sui semafori andamani in sovraimpressione sul rosso c’è scritto “relax”. Potremmo convincere esterni a fare scrivere sui semafori italiani rossi “pollege”..

TAKOTAKO, POLEPOLE, HAKUNA MATATA


2009 Febbraio, 1. 0:56. Port Blair.

Come in Bulgaria (e dove?) quando un andamano (qdi un indiano, estenderei) vuole dire di sì, scuote la testa orizzontalmente, tirandomi scemo. Gli ripeto ad alta voce “Ieeees or noooo?”.

In serata ho trovato al volo un internet point. Purtroppo la lungaggine dei suoi tempi (e non leggeva la kiavetta e non apriva la pagina google e m’ha fatto cambiare computer) non mà permesso di prendermi i miei. È ufficiale: ricevo&mando sms da qua.

Le isole Andamane. La loro chiave di lettura pare siano le basi che gli indiani hanno collocato sulle loro coste: particolarmente favorevoli come posizione geopolitica, avere qualche aeroporto così “orientale” li fa dormire meglio.

Come sempre ovunque la maglietta con sovrascritto chi non ho votato miete consensi internazionali: oggi i salesiani me l’hanno ammirata. Eh, eh… gli avete insegnato voi al Silvio. Però hanno insegnato pure a me. E guarda qa.

Domani svelia alle 6e28, sono ancora sfusato e stanotte ho preso sonno alle 4, devo perfezionare le mie tecnike d’akkiappaggio, posso prenderlo prima, o forse sperare kel mio organismo contrasti meglio le controindicazioni del malarone. Che la stankezza si addensa: in certe carrellate d telecamera su danze tipike oggi il braccio crollò in abbiocco vero.. 4h e 30 d jetlag, adesso da voi sono le 20e40. Che tempo fa? Stase freskino, cena in un ristorantino sul terrazzo in cima ad un palazzino.

PAssO.

mercoledì 4 febbraio 2009

dita sporche di vernice viola: Si o No.



Il 25 di gennaio tutto si ferma: non una macchina in giro, negozi chiusi, gente per strada. Tanti che camminano perché oggi non si può circolare in macchina senza un permesso speciale.

Da tre giorni oltre alle macchine, anche gli alcolici non sono permessi per evitare che l’alcol infervori eccessivamente gli animi già caldi. Da fuori la gente sembra tranquilla, o forse un po’ rassegnata, dato che i sondaggi danno vincente il SI già da qualche settimana.


Il 25 gennaio si vota per dire SI o No alla nuova costituzione boliviana. E’ un giorno importante, in cui molti sperano in un cambio, per una nuova Bolivia. Un’opportunità, come dice il Presidente, per “richiudere le vene aperte del Latinoamerica”.

Già dalle prime ore del mattino per strada, guardando le mani della gente, si scorge quasi sempre un dito violaceo, pieno d’inchiostro: sono coloro che hanno già espresso la loro preferenza, e che poi hanno dovuto immergere il dito nella soluzione viola come segno: si può votare una volta sola e il dito colorato fa’ fede!

La sera del referendum, tutta la Bolivia è in festa. Canti, balli, musica nelle piazze e le reti televisive che, a seconda del loro schieramento politico, enfatizzano la “vittoria” per l’approvazione o la “vittoria” per l’opposizione che ha ottenuto comunque molti voti.
Nessuno scontro e (apparentemente) nessuna irregolarità, tanti osservatori internazionali
sembrano soddisfatti dello svolgimento delle votazioni.


Feste per il SI e feste per il NO.

Bolivia in festa, ma Bolivia divisa.
L’oriente vota NO. L’occidente deciso per il SI. Quattro regioni decisamente contro, quattro regioni decisamente pro. Chuquisaca resta a 50% e 50%, in bilico fino alla fine, poi qualche voto decide: è un SI al 51,54%

Verso sera il presidente Evo Morales, ottenuti i primi risultati, proclama la rifondazione della Bolivia: “Fratelli e sorelle, sono molto soddisfatto, e lo dico con sincerità, non mi dimenticherò mai questo nuovo trionfo che mi avete dato” sono le parole di Morales a La Paz, davanti ad una folla in festa.

Speriamo che questa nuova tappa della storia boliviana, che questa costituzione così innovativa che riconosce i diritti fondamentali agli “indigeni originari campesini” possa aiutare la Bolivia a diventare migliore.
Dal 25 gennaio, sarà tutto da costruire: una nuova costituzione non significa risolvere i problemi, dall’oggi al domani, ma incamminarsi verso un cambiamento che avrà bisogno di tempo.

martedì 3 febbraio 2009

"Ti accende i sentimenti"


Finalmente mi sono decisa anche io a scrivere un post e a fare il mio ingresso nel blog, per la serie “meglio tardi che mai” e con la promessa di scriverne molti altri…
Avrei tantissime cose da scrivere e da raccontare: impressioni, eventi, incontri avvenuti lungo la "strada" finora percorsa, sorrisi, sguardi, pensieri, soprattutto pensieri… Perché tantissimo è accaduto qui in Moldova in questi primi mesi di esperienza, tantissimo la Moldova mi sta dando, su tante cose questa esperienza mi sta facendo interrogare e riflettere, e su altrettante mi sta stimolando.
Sono giuste certe cose che avvengono? Perché la vita di un bambino deve essere segnata per sempre dall’abbandono dei suoi genitori, spesso, troppo spesso, a loro volta tempo prima abbandonati dai loro? Perché una mamma deve essere costretta ad andare all’estero e a lasciare la sua famiglia, per poterla mantenere e per poter sopravvivere? Perché è così frequente e facile che la gente approfitti delle fragilità e delle difficoltà altrui? Perché c’è tanta povertà? Come si possono cambiare determinate dinamiche? E’ poi giusto cambiarle? E’ possibile migliorare le cose, la realtà? Come?

Certo, non c’è bisogno di venire in Moldova per vedere la sofferenza dei bambini, o la “fatica di vivere”, lo sforzo e la “difficoltà a tirare avanti” dei loro genitori, segnati da una vita che li fa sembrare anziani nell’anima e nel corpo anche quando a volte non lo sono. La sofferenza c’è ovunque, anche in Italia. Molti, troppi bambini soffrono, molte, troppe persone sono tristi, infelici, disperate. Ma qui sembra che troppo spesso questa sia la “normalità”, l’”ordinarietà”. Quello che voglio dire è però che questa “normalità”, se così si può chiamare, non smette però di stupire e di meravigliare, perché “…ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti” (dal testo della canzone “Don Chisciotte” di Francesco Guccini). Questo è l’effetto che la Moldova provoca in me: prima di farmi riflettere e pensare, prima di essere “metabolizzata”, ogni cosa che io qui, il più intensamente e il più profondamente possibile, cerco di vivere, “mi apre nuovi occhi e mi accende i sentimenti”. E non solo la sofferenza e il dolore mi “accendono i sentimenti”, ma soprattutto la forza, la speranza e la “voglia di ricominciare, sempre e comunque” che le persone qui hanno.

domenica 1 febbraio 2009

Do-me-ni-ca!


Domenica pome, quel momento dei momenti liberi-noia-relax. Fa’ un tot che non scrivo sul blog, mi dico. Fa’ un tot che quell’idea oggi scrivo non mi attraversa la testa. Come sarà la domenica SCE? Oggi mi sento al mare.

Uno s’immagina l’esotico: viaggi per mete arrischiate, esplorazioni di quartieri off-limits. Oppure chessò, servizio: visita centro bimbi zona poverella, chiacchiera sui massimi sistemi, dove andrà questo sfigato paese?

E invece oggi domenica, calma. Sollevo presto il mio corpo dal letto, lui avanza verso doccia, mi baño, come si dice qui. Colazione! Mangio senza fretta le cose che piacciono a me – dubito, quasi solo a me: pappetta d’avena, succo di frutta, caffé.

Fuori sole. Libro in giardino, ecco, questo sí che è proprio un piacere, libro sotto il sole in giardino. Mi rapiscono le parole e seguo le frasi. Continuo finché lo stomaco reclama a ripetizione: ho fame!!!

Mangio, e da due giorni ogni volta mi stupisco di me. Ho una nuova amichetta, Molletta! Mangio io e poi pulisco gli avanzi già puliti e li propongo a questa miaaao. Bruttina e coccolosissima. Tutti qui mi dicono che i mici durano poco. Io mi dico che capperelli finché c’è, è Molletta! Molletta!
Esco con Marti che si è messa il cappello bianco da cuoca e compriamo le uova. Dieci, por favor. Sole che spacca le pietre ancora alle quattro. Caldo secco ma non troppo. Io passeggio al mare. In effetti in un mare di polvere e vento. Che bellezza i miei piedi scuriti dal sole e sporchi di terra!

Viva l'auto ironia!

Mi rifaccio allo "schiavi" di Lorenzo: io invece sono la "serva" dell'infermiera...giuro, una Madame très gentille le ha chiesto se ero la sua serva e si stupiva del fatto che non avesse preso una filippina che insomma costa meno! Fortunella lei che non capisco e parlo arabo.
Un'altra madame gentille senza conoscermi mi ha detto che dovrei fare sport. Non è finita ahimè. Un'altra madame gentille ha espresso a gesti che ho un bel viso ma insomma che sederone! eh eh eh, dovrei dimagrire. Meno male che Alberto nel colloquio iniziale mi aveva chiesto se ero dotata di auto ironia...le simpatiche vecchiette del campo di Dbayeh! La prossima volta che misuro la pressione dirò loro "eh, eh, eh la pressione è un po' alta bisogna fare qualcosa".

Rido. E mentre rido osservo la cyclette che abbiamo al centro e penso che dovrei fare un po' di sport. Allora valuto: la prima madame non è davvero molto gentille...ma la seconda e la terza mi hanno dato un consiglio che forse si sentivano di fare per il mio bene. A volte quello che ci sembra un commento di cattivo gusto lo è davvero. Altre volte è solo un modo forse troppo diretto per dire qualcosa che si valuta essere a fin di bene. L'infermiera ed io abbiamo deciso quindi di cominciare la dieta da febbraio. Azz febbraio è già oggi...mais non Oriana...febbraio 2010! :)
Abbracci.

Statua di Lenin in Moldova



Quando la Moldova faceva parte dell'URSS in quasi tutte le principali piazze dei paesi era presente la statua di Lenin.
Dopo il crollo del comunismo queste statue sono pian piano state sostituite da altre che raffiguravano figure storiche per la R.Moldova.
Durante una visita a Caplani, sperduto paesino nel Sud della Moldova, ci siamo imbattuti in questa statua di Lenin, ormai non più messa in mezzo alla piazza ma relegata in mezzo a due case.
Visto che era la prima che vedevo e che ho potuto fotografare l'ho pubblicata nel Blog!

A presto

Lorenzo

Al lavoro per Sergio e Matteo


Lunedì 2 febbraio verranno a farci visita in Moldova Sergio ( il nostro CAPO ) e Matteo ( il FORMATORE).
Visto che saranno ospiti nella nostra casa abbiamo pensato assieme a Elisa (il nostro CAPO in Moldova che ci chiama "schiavi") di fargli una sorpresa culinaria per una cena che faremo!!
Qua una foto, ma nient'altro! Forse si capisce cosa stiamo facendo, forse no!

( Nella foto Giulia a destra e Lorenzo a sinistra)
anzi
(Nella foto Giulia a sinistra e Lorenzo a destra)

A presto!

Lorenzo