venerdì 20 marzo 2009

riccio

Avevo scritto un post. Poi leggo Francesco. Cancello, butto via tutto o accantono. E, come al solito nella sofferenza mi chiudo a riccio e chi cerca di aprirmi e di abbracciarmi si punge. Perché io questo dolore non lo posso accettare. Io non ci riesco ad accogliere in questi momenti. Parlatemi solo se avete una risposta decente per spiegarmi queste cose. Niente paroline dolci o discorsi puerili, frasi fatte. Fatemi capire. La mia memoria storica è breve e domani, grazie a "Via col vento", sappiamo che è un altro giorno. Riprenderò lucidità, i miei aghi cadranno al primo sorriso della giornata.

Ora però sono rabbiosa.

Non c'è nessuno con cui possa parlare, nessuno che possa convincermi che in fondo l'uomo è buono come scrive coraggiosamente il cuore libero di Anna Frank alla fine del Suo diario. Andrò a letto così, dormirò otto ore come quelle che avete impiegato voi in bus per raggiungere il dolore. Magari sognerò di essere in un prato a badare al bestiame, in un terreno al sud del Libano vicino alla frontiera israeliana. E mentre cammino pensando "come è arida la terra" oppure "che bei fiori mi ha regalato la natura oggi" esplodo. è successo poche ore fa a un pastore libanese ucciso da una bomba a grappolo lasciata dalle forze israeliane dopo l'offensiva militare dell'estate 2006. e non è l'unico.

L'altro post era divertente, raccontava di un pianticella di basilico che è diventata la mia sfida quotidiana e che non riesco a far vivere perché non ho il pollice verde. L'altro post era raggiante perché donare è ricevere, perché aiutare qualcuno ti riempie la vita e ti fa volare in alto. Queste erano proprio le sensazioni che avevo questa mattina. Ora mi sento un po' diversa e vi beccate anche l'Oriana lunatica stasera.
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Grazie per la condivisione, mi avete fatto essere piacevolmente incoerente e il riccio si è aperto un po' scrivendo.

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