lunedì 24 agosto 2009

..... "il mal di casa"

Hai presente chi viaggia per mare, che dopo aver vissuto sulla barca in preda alle onde, si trova in difficoltà a tornare sulla solida terra ferma? Lo chiamano “mal di terra”.
Così mi sento oggi, a dover tornare in equilibrio alla vita normale di tutti i giorni, dopo aver vissuto l’esperienza dei cantieri in Moldova.
Sono inquieto e non riesco ad abituarmi alla casa, alle comodità, alla famiglia premurosa, alla routine, al ritmo incessante della città, del lavoro. Alle preoccupazioni, al pensare per forza al domani e al dopo domani, e a misurare il tempo. Al vivere ordinato in una casa che ora sembra troppo grande, che risuona di silenzio e vuoto. A parlare con chi ti conosce da sempre ma non riuscire a trasmettere e condividere ciò che hai vissuto.
Vorrei essere ancora a Ucrainca, o a Coscalia, e continuare a vivere delle cose semplici, e della gioia di un sorriso, di un abbraccio. Ad avere amici sempre intorno, agli sguardi curiosi e benevoli, ad essere accolti a braccia aperte da chi non ha niente eppure ti offre tutto. Ad aiutare chi è solo, e sperimentare che quello che ricevi in cambio è sempre di più di ciò che hai dato. A lavorare insieme e di nuovo giorno per giorno, con le proprie mani e senza grandi progetti da rispettare, e andare a letto stanchi e con la schiena a pezzi ma con cuore sereno ed il sorriso sul volto. A condividere tutto, scoprirsi simili e scoprire quanto può avvicinarti un semplice gesto, una parola, uno sguardo. A non essere giudicati dalla propria storia, dalla propria provenienza o dal cammino che ti ha portato lì, ma solo da ciò che fai lì, da ciò che sai offrire di te e ciò che sai ricevere.
A cercare di comunicare in tutte le lingue, e infine a gesti, a imparare le usanze e le tradizioni che uniscono un popolo. A mangiare pasta scotta di giorno e crusca la sera, a dormire per terra di fianco al grano, e svegliarsi all’alba con le campane.
E ritrovarsi alla sera di nuovo sui gradini, sotto le stelle, a ridere e scherzare insieme, ancora una volta…

Alfonso
Cantiere della Solidarietà in R. Moldova

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