domenica 23 agosto 2009

Scoppi

A Beirut ogni calda sera è costellata dal rumore di scoppi. Si tratta di fuochi d'artificio, provenienti dagli alberghi di lusso che puntellano le colline dietro la città, a pochi metri dall'autostrada che la attraversa da nord a sud. Caotica, assurda, disumana. Fa strano pensare come fino a pochi anni fa gli stessi scoppi significavano paura, dolore, distruzione. Fa strano accorgersi come vita e morte facciano lo stesso rumore. Ne sei sicuro, da qualche parte qualcuno tra le quattro mura starà pensando a quei giorni, durati trent'anni. Un po' ti indigni, pensi che in certi luoghi, certi suoni debbano essere tabù, come accade per le parole. Come è possibile far festa, scherzare con queste cose? Poi ci pensi, e ti chiedi se forse la futilità non sia anch'essa un tassello fondamentale di quel mosaico complesso che è la normalità. Normalità inseguita, ricercata, sofferta. E allora ben vengano gli scoppi. Scoppi futili, scoppi di vita.

stefano

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