lunedì 12 gennaio 2009

il fardello dell'uomo israeliano di Barbara Spinelli

Leggo la “mia” Sarella e sono sempre più orgogliosa di Lei. Entra piano nel blog, la ragazza, con delle immagini, dei colori, gente che danza. Per poi arrivare a colpirti il cuoricino, per commuoverti e, per chi è capace di provare certe emozioni, ti fa sentire - come dici Sara? ah già - «mortificata» per via della parte di mondo nella quale siamo nate e cresciute. Lei ed io che già abbiamo faticato per...

Penso al mio arrivo qui in Libano oggi. Volevo aprire quella maledetta bottiglia di vinello rosso - solo perché non abbiamo acqua potabile - e mi taglio (leggermente) il polpastrello di una falange o falangetta dell'indice...indica che? che sono in arrivo dei disturbi. La corrente salta. Daniele ed io rimaniamo al buio proprio mentre stavamo per azzannare un bel piatto di pasta con il tonno per poi ingoiare selvaggiamente fagioli e cipolla di contorno. Ci alziamo, andiamo verso i contatori e sento la voce del proprietario, Baschir, in giro per il palazzo. Lo afferro: “Happy New year....but we don't have the light!”. Non c'è luce, Bashir, dov'è la luce? Per chiarificare un po', quindi, per rendere consapevoli chi lo desidera, ecco un bell'articolo che spero possa in parte illuminarvi su quello che sta succedendo a Gaza...perchè, Gente, sta succedendo qualcosa. Il link:
Ora abbiamo la luce, ma salta in continuazione. Non possiamo accendere il riscaldamento stasera...e fa un gran freddo...perché come dice la mia Sarella...«le parole alle spalle hanno lasciato il gelo».

P.S= gli accenti sono giusti questa volta? :-P

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